FED verso un addolcimento dei rialzi dei tassi: Wall Street festeggia.
Petrolio in rialzo sulle scorte Usa, con Opec+ pronto ad un nuovo taglio.
FED e ECB verso aumenti “limitati a +0,5%” nei meeting di dicembre.
Pechino potrebbe allentare le misure “anti-Covid”, Borse asiatiche in rialzo
Ieri, nell’ultima seduta novembrina, i listini europei hanno segnato discreti rialzi, giovandosi del dato sull’inflazione che, pur restando a doppia cifra, ha iniziato a scendere leggermente: Parigi +1,04%, Londra +0,79%, Francoforte +0,31%, Milano +0,59%. Il FtseMib italiano a novembre, col +8,6%, rialzo identico al Dax tedesco, ha superato CAC francese, +7,5%, Ftse inglese, +6,7% e Ibex spagnolo, +5,1%.
Tuttavia l’attenzione degli investitori era tutta per il discorso del Chairman della FED (Federal Reserve Usa) Jerome Powell, che in serata ha “aperto” ad un ammorbidimento della “stance” di politica monetaria, gia’ da dicembre. A quel punto Wall Street ha svoltato decisamente al rialzo con acquisti che hanno spinto verso chiusure brillanti: Dow Jones +2,17%, S&P 500 +3,09%, Nasdaq +4,41%.
I dati macro Usa pubblicati nel pomeriggio erano stati accolti senza particolari reazioni: il GDP del 3’ trimestre, in seconda lettura, e’ salito del +2,9% anno su anno, superando le attese di +2,7%. Ricordiamo che nel 2’ trimestre c’era stato un calo del -0,6%. A spingere la crescita del trimestre estivo e’ stata la spesa per consumi e gli investimenti fissi non residenziali, mentre sono calati gli investimenti privati.
I dati sull’occupazione nel settore privato Usa hanno parzialmente deluso, con + 127 mila posti di lavoro in novembre: lo rivela il sondaggio mensile dell'Adp (Automated data processing) in attesa dei piu’ dettagliato numeri sul mercato del lavoro previsti per venerdì, determinanti per le prossime scelte della banca centrale sui tassi.
Ma veniamo al momento di svolta della giornata, cioe’ al discorso di Jerome Powell: “il momento di moderare l’intensita’ dei rialzi dei tassi di interesse potrebbe essere già a dicembre”, ha affermato Powell, pur ricordando che "l'inflazione rimane troppo alta" e che "la politica monetaria influisce sull'economia e inflazione con ritardo, ed i pieni effetti dell’inasprimento finora attuato non sono ancora pienamente visibili”.
“E’ ragionevole moderare il ritmo dei nostri aumenti dei tassi man mano che ci avviciniamo al livello di restrizione che sarà sufficiente a far scendere l'inflazione". Insomma, queste parole hanno ridato fiducia a Wall Street che ora scommette, dopo quattro rialzi di 75 bps, in un rialzo di “soli 50” a dicembre.
L’inflazione è ancora troppo alta e la FED dovrà continuare la politica restrittiva per un po’ di tempo: i tassi dovranno essere portati a un livello “più alto” nel 2023 rispetto a quanto previsto a settembre”.
Sul versante europeo, la crescita dei prezzi al consumo nell’Eurozona a novembre è stata inferiore alle aspettative, scendendo a +10,0% dal +10,7% di ottobre, e cio’ induce il mercato a propendere per un prossimo rialzo di +0,5%, anche da parte dell’ECB (Banca centrale europea) nella riunione di dicembre. Da notare che la “core inflation”, che esclude le componenti più volatili, è invece salita da +6.4% a +6.6%.
Rialzo del prezzo del petrolio, dopo i dati sulle scorte Usa che hanno evidenziato un calo delle riserve di greggio e un aumento di quelle dei distillati (carburanti). L'evento “clou” è pero’ la nuova riunione dell'Opec+ (cartello dei maggiori esportatori), che avra’ luogo nel fine settimana: non sono esclusi nuovi tagli.
Il prezzo del metano, a causa del mancato accordo europeo sul price cap e’ salito ieri, 30 novembre, del +6,5% a 145 Euro/MWh sul TTF di Amsterdam. Sul tema della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, segnaliamo la proposta presentata da Ursula von der Leyen di utilizzo degli asset russi “congelati” per il finanziamento della ricostruzione ucraina.
Seduta di rialzi quella di ieri, 30 novembre, per i rendimenti delle obbligazioni governative’. Lo spread tra quello del BTP decennale italiano e dell’omologo Bund tedesco e' risalito a 194 punti dai 190 della vigilia col rendimento dei decennali italiani a +3,88%. Stamane notiamo rendimenti e spread in calo. Il Tresury 10 anni Usa rende +3,61% e la “curva” resta invertita, segnalando rischio di recessione.
Il fronte macro Usa si arricchisce oggi di diversi dati importanti, tra i quali spicca l'ISM (Institute for supply management) manifatturiero di novembre, atteso calare a 49,5 a causa dell’indebolimento della domanda, pur segnalando un miglioramento dal lato dell'offerta/approvvigionamenti. Da verificare!
Le notizie sull’accelerazione delle campagna di vaccinazione in Cina si accompagnano a ipotesi non confermate di allentamento della politica “zero-Covid” da parte del Governo cinese. La finalità sarbbe di placare le proteste ed evitare un’escalatione delle tensioni sociali. Non resta che attendere e sperare.
Decisamente positive la Borse asiatiche alla chiusura di stamane: Tokyo +0,9%, Hong Kong +1,4%, Shenzhen +1,2% e Shanghai +0,4%. Puo’ aver aiutato le Borse il fatto che l’indice PMI manifatturiero cinese Caixin-Markitsia leggermente salito, da 49,2 a 49.4 a novembre, pur restando in assoluto debole.
L'azionario europeo e’ ripartito stamattina, 1’ dicembre, col segno positivo e a fine mattinata sale in media +0,6%: i futures su Wall Street sembrano confermare i livelli di chiusura di ieri sera. (ore 13.00 CET)
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