Wall Street ha chiuso leggermente positivo anche nella seduta di ieri, guidata ancora da un sentimento positivo dei mercati, ormai convinti che gli Usa non entreranno in recessione, ma consapevoli del fatto che la Fed taglierà comunque i tassi a settembre. I tre principali indici hanno chiuso in rialzo, con l'S&P 500 a +0.4%, mentre il Dow Jones e il Nasdaq hanno chiuso positivi dello 0.36% e dello 0.8%.

Gli analisti ora sono in attesa del prossimo discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell a Jackson Hole, che potrebbe fornire indizi sui futuri tagli dei tassi. I dati economici della scorsa settimana, inclusi i report CPI e vendite al dettaglio, hanno lasciato intendere che l’economia americana eviterà la recessione. Il presidente della Fed di San Francisco Mary Daly ha accennato a possibili aggiustamenti dei tassi di interesse. Il mercato ora sconta una probabilità di quasi il 100% di un taglio dei tassi di 25 punti base a settembre.

DOLLARO IN DISCESA

Il dollar index ha proseguito la sua discesa, è sceso verso quota 101.80, supporto chiave, peraltro bucato con nuovi obiettivi che possiamo individuare in area 100.50. Il breakout rappresenta il livello più basso degli ultimi 8 mesi. La ragione è ovviamente da ricercare nelle aspettative di ribasso dei tassi negli Stati Uniti. Venerdì, il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee ha affermato che il mercato del lavoro statunitense e alcuni indicatori economici principali stanno lanciando segnali di avvertimento, citando i crescenti livelli di insolvenza delle carte di credito.

I mercati vedono una probabilità del 100% che la Fed taglierà i tassi di 25 punti base a settembre, con una riduzione maggiore di 50 punti base che non sarebbe da escludere. Per quanto riguarda le principali coppie valutarie, EurUsd a ridosso di 1.1100 mentre il Cable non è lontano da 1.3040, resistenza chiave. Sceso anche il UsdJpy che però deve violare 145.40 per poter vedere accelerazioni al ribasso.

Il Franco svizzero, in presenza di questo risk on tende a scivolare lentamente ed EurChf si trova ormai a ridosso di 0.9600, così come i principali cross contro valuta elvetica. Il trend rimane di indebolimento del biglietto verde a meno di un aumento della tensione geopolitica che in questo momento, sembra però, passata in secondo piano.

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PETROLIO IN CALO

I future sul greggio WTI sono scesi in area 73 dollari al barile durante la sessione di ieri e nella notte, in discesa rispetto alla sessione precedente, tra i colloqui di cessate il fuoco in corso a Gaza e le preoccupazioni per l'indebolimento della domanda, in particolare dalla Cina. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è in Israele, sottolineando l'urgenza di raggiungere un cessate il fuoco e liberare gli ostaggi, con ulteriori negoziati pianificati al Cairo questa settimana.

Le richieste di pace dovrebbero allentare le tensioni geopolitiche, riducendo il premio di rischio sul petrolio. Ma anche il calo della congiuntura cinese, apre spazio ad un rallentamento della domanda. Ma anche l'OPEC e l'AIE hanno abbassato le loro previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per il 2024, citando dati più deboli del previsto e un calo della domanda dalla Cina, che sta aggiungendo pressione al mercato.

CINA, TASSI FERMI

La Banca Popolare Cinese ha lasciato invariati i tassi sui prestiti chiave, in linea con le previsioni di mercato. Il tasso primario sui prestiti a un anno (LPR), il parametro di riferimento per la maggior parte dei prestiti aziendali e domestici, è stato mantenuto al 3,45%. Nel frattempo, il tasso a cinque anni, un riferimento per i mutui immobiliari, è stato mantenuto al 3,85%. Entrambi i tassi rimangono a minimi record in seguito ai tagli di Luglio.

UsdCnh non lontano dai supporti chiave di medio termine a 7.0910 20 area. Il mantenimento delle condizioni di risk ok sui mercati, dovrebbero contribuire a mantenere stabile, ma tendente ad un lento ribasso, il tasso di cambio, con target di medio termine posti in area 6.8150.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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