La posizione di Wall Street su Bitcoin e le Criptovalute

Nonostante nell’ultimo anno abbiamo assistito all’avvicinamento da parte di qualche investitore istituzionale, come MicroStrategy e Tesla (citando i maggiori), i maggiori istituti di credito stanno per la maggior parte dei casi evitando le criptovalute. Infatti, i contratti futures basati su Bitcoin ed Ether sono già disponibili nelle principali piazze borsistiche, nessuna delle sei più grandi banche statunitensi offre l’accesso ad essi ai loro clienti.

Tuttavia, questo non dovrebbe sorprenderci, in quanto le banche non sono state invitate alla “festa delle criptovalute” in primo luogo: “Una versione puramente peer-to-peer del contante elettronico permetterebbe ai pagamenti online di essere inviati direttamente da una parte all’altra senza passare attraverso un’istituzione finanziaria” – citando Satoshi Nakamoto.
D’altra parte ci sono altre ragioni per cui le banche sono ancora per lo più in disparte, la più grande è legata al grande rischio legato all’alta volatilità.

Ecco la situazione delle criptovalute nelle principali banche statunitensi:

JPMorgan
Trattasi della più grande banca statunitense, e anche la più avanti nell’adozione delle criptovalute.

L’anno scorso la prima banca statunitense ha accettato di processare le transazioni da e per l’exchange Coinbase Inc. e Gemini Trust Co. come clienti bancari. La decisione aveva lo scopo di aiutare gli exchange a gestire il denaro negli Stati Uniti, tuttavia la banca di New York non gestirà ancora nessuna transazione in criptovaluta.

È stato comunque un bel cambiamento rispetto al 2017, quando l’amministratore delegato Jamie Dimon ha notoriamente chiamato Bitcoin una “frode” e ha minacciato di licenziare qualsiasi dipendente sorpreso a scambiarlo. Più tardi avrebbe detto di essersi pentito di tali commenti, e ora afferma di vedere molti modi in cui la banca può utilizzare la tecnologia blockchain. Ad esempio: Nel 2019, JPMorgan si è servita della blockchain per accelerare i pagamenti aziendali, utilizzando il token soprannominato JPM Coin.

A dicembre, JPMorgan ha iniziato ad utilizzare la sua blockchain personalizzata per condurre accordi di riacquisto intraday con un giro di affari di miliardi di dollari, progresso che ha contribuito a convincere Goldman Sachs Group Inc. a unirsi al nuovo mercato digitale all’inizio di quest’anno. JPMorgan è anche un membro fondatore della Enterprise Ethereum Alliance, un gruppo che sperimenta una versione privata della blockchain.

Goldman Sachs
Tre anni fa, Goldman Sachs assunse un trader di criptovalute, con l’obiettivo di guidare e far familiarizzare le persone in azienda e i clienti con le criptovalute. Prendendo in considerazione l’eventuale apertura di un trading desk per valute digitali.

Di recente, Goldman Sachs ha minimizzato l’idea del Bitcoin come asset class, affermando che le oscillazioni “selvagge” del suo prezzo dimostrano che non è una vera moneta. Allo stesso tempo, l’azienda sta esplorando per la creazione di un proprio token digitale fiat, ma dichiarando di essere ancora agli albori nel processo.

Morgan Stanley
Il CEO di Morgan Stanley, James Gorman, è stato uno dei primi leader di Wall Street a dare credito a Bitcoin, affermando nel 2017 che si trattava più di una semplice moda passeggera. L’azienda ha flirtato con l’idea di negoziare un prodotto basato su swap legato alla prima criptovaluta, il quale potrebbe dare ai clienti un’esposizione sintetica alla moneta, ma alla fine non ha proceduto.

Il capo dei mercati degli asset digitali di Morgan Stanley, Andrew Peel, ha dichiarato che negli ultimi mesi la banca ha raccolto una crescita d’interesse in Bitcoin da parte delle aziende finanziarie tradizionali.

Wells Fargo
Wells Fargo & Co. non accetta criptovalute in conti di deposito, custodia o altro. L’azienda, tuttavia, sta conducendo una ricerca per “valutare la tecnologia sottostante per potenziali innovazioni transazionali, di trasparenza e di regolamento che può contenere”, secondo il portavoce della società Roger Cabrera.

L’amministratore delegato Charlie Scharf non si è espresso sulla questione da quando è subentrato nel 2019, tuttavia quando si trovava ai vertici di Visa Inc., nel 2014, ha definito Bitcoin “molto più complesso” di quanto sia spesso ritratto.

Citigroup
Il CEO uscente di Citigroup Inc., Michael Corbat, ha dichiarato in un’intervista con Bloomberg a dicembre di credere che alcune criptovalute avrebbero continuato ad essere utilizzate come forme di pagamento, aggiungendo che la sua banca aveva iniziato a collaborare con i governi di tutto il mondo per la creazione delle valute digitali sovrane.

Banca d’America
Il direttore operativo di Bank of America Corp., Cathy Bessant, dichiarò nel 2019 che l’uso di Bitcoin e di altri asset digitali era “preoccupante”, e che era “ribassista” sulla blockchain. Ad ogni modo in un’intervista alla CNBC, lo stesso Bessant, ha dichiarato: “Se blockchain o DLT diventa una realtà, vogliamo essere pronti per i nostri clienti”.

Aziende di pagamento
Alcuni dei più grandi passi in avanti verso l’adozione delle criptovalute, sono stati dei giganti della tecnologia finanziaria come PayPal Holdings Inc. e Visa.

PayPal l’anno scorso a permesso ai consumatori di comprare, vendere e tenere criptovalute nei loro portafogli, stesa caratteristica che prevede di aggiungere alla sua app Venmo nei prossimi mesi. L’azienda permetterà anche presto ai clienti di utilizzare le criptovalute per pagare presso i 29 milioni di commercianti che accettano PayPal.

Visa ha invece dichiarato che se una valuta digitale dovesse diventare un mezzo di scambio riconosciuto, non ci sarebbe alcun motivo per cui l’azienda non dovrebbe aggiungerla alla sua rete, che già supporta 160 valute.
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