Per esprimere un parere sulla coppia USDJPY ho “consultato” la Serie Storica degli ultimi 10 anni, concentrandomi maggiormente sugli ultimi 3.
Dal punto di vista tecnico USDJPY ha ridotto del 61,8% le precedenti posizioni Short dal massimo del 5 Novembre 2017 (identificabile utilizzando i livelli di ritracciamento di Fibonacci in maniera dinamica).
In queste circostanze, se il Dollaro dovesse perdere forza, sarebbe il miglior punto di ingresso per monetizzare la prosecuzione del macrotrend ribassista.
Ma è veramente possibile che ricominci a scendere?
Stando agli ultimi 3 anni di contrattazione sono riuscito a determinare che il livello medio di prezzo di USDJPY si attesta tra 113,31 (per gli ultimi 3 anni) e 108,15 (per l’anno in corso).
Mediando ulteriormente questi prezzi ho identificato che il livello di “equilibrio” della coppia si attesta in area 110,764, che coincide proprio con il 61,8% di riduzione delle precedenti posizioni Short registrate dal mese di Novembre scorso.
E questo quindi potrebbe essere un punto di svolta, da qui alle prossime settimane, anche perché i mesi di Giugno e Luglio sono quelli in cui il cambio ha registrato, mediamente e complessivamente, i decrementi più importanti (rispettivamente pari a -9.58 e -11.06).
Analisi Tecnica e Quantitativa stanno “parlando” la stessa lingua a discapito di un Dollaro che resta indubbiamente forte.
Ma, a breve termine, come potremmo agire?
Permettimi una breve premessa.
Nel 1987 Peter Martin inventò l’Indice dell’Ulcera (conosciuto anche come Ulcer Index).
Con questo misuratore di rischio si riescono ad identificare le oscillazioni negative del prezzo di qualsiasi strumento finanziario.
Mi spiego meglio.
In questo caso USDJPY ha raggiunto il massimo di 111,382 circa e, come succede sempre, ha registrato una fase di ritest dovuta alla chiusura delle operazioni rialziste in profitto.
Questo misuratore calcola l’area delle zone ed il tempo di recupero in cui, dal massimo, il prezzo torna indietro, ritesta il livello precedentemente rotto per poi ripartire in direzione del precedente massimo raggiunto.
In questa circostanza USDJPY ha registrato (analizzando gli ultimi 10 anni di storico) oscillazioni negative dal massimo pari allo 0,22%.
Siccome in questi primi mesi dell’anno si è mosso mediamente di uno 0,03% al giorno, possiamo intuire che, per arrivare al massimo potrebbe impiegare in tutto 8,53 circa circa.
Tenendo conto che ne sono già trascorsi 5 circa, avremo soltanto altri 3 giorni per agire e cogliere questa nuova impennata che potrebbe riportare il prezzo ai nuovi massimi.
Ma quale sarebbe il livello opportuno di entrata?
Tenendo conto che sul Daily il prezzo ha tentato la rottura del 50% di Fibonacci montato in maniera dinamica e ha testato soltanto il livello tondo in area 109 (fermandosi al di sopra)… Un buon livello di ingresso potrebbe essere proprio in prossimità dei livelli 109 e 109,236.