Per quanto riguarda il WTI, il prezzo ha rotto e confermato la rottura al rialzo dell'area di resistenza compresa tra la zona bassa individuata dalle due EMA 20 e 200 periodi daily, facendole incrociare verso l'alto, a quota 59.20$ circa, e la zona alta, dove si trova a quota 61.60$ il 23.6% del ritracciamento di Fibonacci. Tecnicamente ora tutte queste resistenze son diventati supporti chiave che, qualora venissero violati al ribasso, farebbero riprendere il downtrend iniziato ad ottobre dell'anno scorso. In questo momento, però, il trend sembra essere almeno nel breve periodo ancora long: il prossimo target del petrolio greggio dovrebbe coincidere con la resistenza statica a quota 66,10 dollari al barile. Dalla quotazione attuale alla resistenza appena citata c'è solo un livello di minore importanza che potrebbe ostacolare questo uptrend, ovvero la resistenza secondaria a quota 63.45$. In ogni caso, ad ora, sembra più probabile che prosegui per i 66 piuttosto che ritracci tornando in area 59/58$. A livello fondamentale, i dati sulle scorte continuano a non migliorare, con importanti quantità ancora tenute negli impianti di stoccaggio vista la scarsa domanda. La produzione non accenna a fermarsi e nonostante ciò il prezzo del petrolio continua a salire. Qualora giungesse in area 66 dollari al barili, valuteremo la possibilità di entrare short e mantenere la posizione in portafoglio per un periodo prolungato.