House of Trading: il vero vincitore delle elezioni è il Bitcoin

A oltre 2 mesi dall’insediamento di Trump, i mercati hanno dato il via alle danze. La netta vittoria permetterà al tycoon di portare a termine il suo programma senza particolari intralci e, stando a quanto dichiarato nel corso della campagna elettorale, l’azione del nuovo esecutivo rosso sarà incentrata su deregulation bancaria, riduzione delle tasse, dazi alle importazioni e sul MACC (Make America Crypto Capital).

Sulla base di queste premesse, il Dow Jones ha sfondato con prepotenza la soglia dei 44 mila punti, lo S&P ha superato i 6 mila punti (e c’è già chi parla di quota 10k) e nel caso del Nasdaq si inizia a parlare di attacco ai 20 mila punti. L’unico problema è che, avendo iniziato i festeggiamenti con un tale anticipo, le piazze finanziarie arrivino spompate all’appuntamento con la nuova amministrazione USA. Staremo a vedere.

Un maggior indebitamento, il probabile rallentamento del processo di normalizzazione della Fed ed i dazi hanno spinto il biglietto verde, salito di oltre il 2% nelle ultime cinque sedute, e penalizzato, di riflesso le materie prime (petrolio e oro su tutte).

Il vero Trump trade è stato il Bitcoin che, frantumato di slancio il precedente massimo storico, si è spinto in quota 90 mila dollari e sembrerebbe intenzionato ad andare a testare la soglia dei 100 mila dollari.

Causa dazi, ma anche le questioni geopolitiche e l’instabilità politica tedesca hanno finito per giocare un ruolo importante, in Europa il ritorno di Trump alla Casa Bianca non è stato accolto con l’entusiasmo visto a Wall Street. “Non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa, non necessariamente tutto in senso negativo”, ha detto Mario Draghi a margine della presentazione del suo rapporto sulla competitività (l’ex n.1 della BCE è da più parti indicato come il più autorevole a ricoprire il ruolo di Commissario speciale per gestire i rapporti con gli Stati Uniti).

È probabile che l’approccio cauto di Draghi sia corretto: il primo mandato di Trump ci ha insegnato che la “sparata iniziale” ed il successivo passo indietro rappresentano due elementi che ricorrono spesso nell’azione del miliardario newyorkese.

Di tutto questo, e di molto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading.

House of Trading: cosa è successo nell'ultima puntata
Nella scorsa puntata, la squadra dei Trader, composta da Giancarlo Prisco e da Nicola Para, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sullo S&P 500, sull’oro, sul petrolio WTI e sull’Euro/Dollaro: il primo trade non è divenuto operativo mentre gli altri hanno tutti toccato lo stop loss.


Tre stop loss ed un trade che non ha toccato il punto di ingresso anche per gli analisti, la cui squadra era composta da Jacopo Marini e Riccardo Designori. Hanno toccato il punto di stop i deal rialzisti sul WTI e sulle azioni Campari e lo “short” sul Dax, non è entrato il “long” sulle azioni Walt Disney.

La classifica generale segna il vantaggio dei Trader con 52 carte a target, 9 in più degli analisti (2 carte a mercato per Trader, 3 per gli Analisti).

Cosa attendersi dalla puntata di oggi
Nella puntata di oggi, 11 novembre 2024, la squadra dei Trader sarà formata da Nicola Duranti e da Stefano Serafini mentre i due analisti saranno Andrea Cartisano e Riccardo Designori.

I trader metteranno in campo operazioni sul WTI, sull’Euro/Dollaro, sull’oro e sullo S&P 500 mentre gli analisti punteranno sulle azioni Mediobanca, Intel, Nike e STM.

L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30.
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